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“L’insana improvvisazione di Elia Vettorel”: Anemone Ledger al Palazzo Ducale

A Sant’Arpino nuovo appuntamento della rassegna letteraria “Sulle Orme del Cantor d’Enea. Sabato prossimo 14 maggio, a partire dalle 18, nel suggestivo scenario del seicentesco Palazzo Ducale “Sanchez de Luna”, si terrà un incontro con Anemone Ledger che parlerà del suo nuovo libro appena uscito “L’insana improvvisazione di Elia Vettorel” (Homo Srivens).

La rassegna, ideata e promossa dalla Pro Loco con il patrocinio del Comune di Sant’Arpino, è giunta alla XII edizione, e come da tradizione vede confluire nel centro atellano alcuni fra i più interessanti autori del panorama culturale nazionale e campano.

Sabato, dunque, è la volta di Anemone Ledger, all’anagrafe Francesca Liquori, giovane e promettente autrice santarpinese che questa ci presenta un “Un noir feroce a ritmo di jazz” (Sara Bilotti), arricchito dalla postfazione di Serena Venditto e dalle illustrazioni di Teresa Liquori.

Il programma dell’evento, coordinato dal giornalista Elpidio Iorio, prevede i saluti istituzionali del presidente della Pro Loco Aldo Pezzella, del sindaco Ernesto Di Mattia, dell’assessore alla Cultura Giovanni Maisto. Successivamente si confronteranno con l’autore, Aldo Putignano, editore Homo Scrivens, e la scrittrice Serena Venditto, autrice tra l’altro di “Aria di neve” (Mondadori) che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e segnalazioni (Premio Nabokov, Premio della critica Costadamalfi, Garfagnana in Giallo, Festival Giallo Garda).

IL LIBRO

“L’insana improvvisazione di Elia Vettorel” (Homo Srivens).

Dopo aver vissuto in un carcere per bambini, Elia Vettorel matura a Firenze, deriso per il suo aspetto fisico e in particolare per la sua orrenda cicatrice. L’unico sbocco possibile diventa per lui la follia, e l’adrenalina che solo la musica jazz riesce a dargli lo spinge verso le sue assurde, impulsive, “improvvisazioni”. Ogni capitolo del romanzo, scritto utilizzando un linguaggio  crudo, è  arti­ colato in tre piani temporali. Ci arpiona al presente,  in  un carcere, dove Elia è sottoposto a continui colloqui  psichiatrici. Ci scaraventa nel passato, nella mente di Elia, fra i suoi ricordi dispersi, per capire, pezzo dopo pezzo, le motivazioni della sua pazzia. Ci lancia, ancora, in un tempo anteriore, di cui sono protagonisti la madre Aurora e il padre Raffaele, che, per conto di un’organizzazione anti-fascista, colleziona come trofei dei quadri raffiguranti bambini uccisi.