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Festa di San Canione

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Sacro e profano nei territori dell’antica Atella.

Per anni durante il Martedi in Albis intere carovane di famiglie provenienti da Cesa, Gricignano, Succivo, Orta di Atella, Frattaminore, Frattamaggiore, Grumo Nevano, Sant’Antimo si recavano a fare la scampagnata a Sant’Arpino per la festa “e Santu Calione”.

Secondo la tradizione, San Canione sarebbe stato il migliore amico di S.Elpidio (anche se, in realtà, sembra che sia vissuto circa un secolo prima di S. Elpidio). La festa di San Canione è antichissima e trae origine da una processione che si svolgeva il martedì dopo Pasqua nelle campagne intorno alla chiesa di San Francesco di Paola (poi inglobata nel cimitero comunale). Dal 1837 l’usanza si trasferì presso l’antico romitorio (una dimora per eremiti) di san Canione, dove nel corso dei secoli la processione si trasformò in una scampagnata a cui partecipavano in migliaia che, tra canti e balli, consumavano il “casatiello” pasquale. Il romitorio di San Canione è considerato un oratorio paleocristiano di epoca atellana. Il corpo del romitorio è a forma rotonda, la facciata presenta tre vani di diverse dimensioni. In quello centrale, in un trittico di lunette, esistono tre affreschi di impronta originaria bizantina, rimaneggiati nel tempo, raffiguranti la Madonna delle Grazie, S. Canione e S. Nicola. All’interno c’è la pregevole statua lignea di S.Canione risalente al sec. XVI. Al fianco del romitorio è stata innalzata, la seconda parrocchia del paese (nel 1969) dallo stesso nome, ma senza alcuna opera d’arte di rilievo. Il romitorio è dedicato anche a S. Maria delle Grazie. Tante chiesette di campagna, in passato, erano dedicate alla Madonna delle Grazie. La devozione deriva dalla Madonna lactantis che, a sua volta, deriva dalla Dea Matuta (nella mitologia romana, Mater Matuta era la dea del Mattino o dell’Aurora e quindi protettrice della nascita degli uomini e delle cose). A Sant’Antimo c’è la chiesa agreste di Santa Maria delle Grazie al Ponte di Friano (sec XVI-XVII), che da decenni versa nel più totale abbandono.

Da Sant’Antimo, il martedì in Albis, si partiva con le “carrette” addobbate e si recitava una canzoncina: “San calion e rolie, ce mangiamm a pizz cu l ove, mezza a me mezza a te rumpt e cosc e vien cu me”. Negli anni 60 c’erano i famosi buoi bianchi di “Larienzo ‘e spaccone ” che venivano utilizzati per trasportare i fedeli alla festa di San Canione.